L'
anno accademico 1998/99 della Scuola di Addestramento del SISDe è stato inaugurato nello scorso mese di novembre con la assai significativa presenza, tra gli altri, del Ministro dell'Interno e del Garante per la protezione dei dati personali. L'intervento del prof. RODOTÀ, da tempo atteso sulla Rivista, come sempre acuto, attento e sensibile alle diverse esigenze istituzionali che è necessario bilanciare, costituisce un momento forte della nostra comunità. Da un lato, il SISDe si apre, con una dialettica aperta e leale, e non potrebbe essere diversamente, alle nuove istanze della società civile, confrontandosi direttamente proprio con uno dei "controllori" della sua attività; dall'altro, l'inaugurazione dell'anno accademico, scelta come sede di una delicata riflessione sul tema sensibile della tutela della privacy, sottolinea che l'adeguamento della struttura alla sfida del cambiamento non può che muovere dall'ambito culturale e della formazione in cui l'organizzazione crede come risorsa strategica per migliorare in qualità ed efficienza il proprio lavoro, per far crescere la cultura dell'intelligence, nella specificità della missione affidata ai Servizi informativi.
Del resto, solo un processo virtuoso di permanente adeguamento al mutare dei valori dell'organizzazione sociale, dal microcosmo paese allo scenario globale, può garantire il prodotto che è richiesto ad una intelligence efficace. Ne è prova, altresì, un altro tema, emergente e pure controverso, cui la Rivista dedica uno straordinariamente qualificato
FORUM: l'intelligence economica. Diversi punti di vista culturali aiutano, infatti, a muoversi meglio in una realtà già viva nel lavoro dell'intelligence, ma su cui probabilmente occorrerà investire maggiori risorse e formare professionalità. Se e in quale modo lo dicono il politico, l'economista, il banchiere, con il risultato, crediamo, di contribuire ad un momento di riflessione così elevato da costituire, per il futuro, un punto di partenza ineludibile.
Privacy, terrorismo, crimini informatici o a mezzo dell'informatica, immigrazione sono i temi che legano l'impianto di questo numero, nel cui ambito è particolarmente interessante segnalare il
convegno di Bruges, dello scorso settembre, tra gli esperti legali dei servizi di 15 paesi europei.
Indiscutibile è infatti l'utilità di garantire un'azione coordinata della comunità di intelligence a livello europeo considerato che la circolazione delle notizie e delle idee favorisce una visione ampia e circostanziata delle diverse esperienze, certamente utile per l'adozione di iniziative, in sede nazionale, nel settore della tutela legale. L'attuale tendenza a livello europeo, nel mentre punta a ridisegnare un ruolo dell'intelligence, si fonda sulla ricerca di un sicuro ancoraggio a principi di legalità, da cui gli ordinamenti presenti, permeati da crescenti istanze di legittimità e trasparenza, non possono prescindere. Si tratta, in altri termini, di riconsiderare le basi giuridico-legali del lavoro dell'intelligence, adattandosi alla nuova realtà, e configurando un ruolo dei Servizi nei vari settori in armonia con i principi giuridici con cui l'evoluzione assai rapida della legislazione impone di confrontarsi.
L'esito di un secondo conflitto di attribuzione promosso dal Governo dinanzi alla
Corte Costituzionale viene invece pubblicato nella sezione "Normativa e giurisprudenza d'interesse". La questione, lo rammenteranno gli attenti lettori della Rivista, è fondamentale per l'intelligence. Temi quali la tutela del segreto di Stato e le garanzie per gli operatori che agiscono nel fine esclusivo della tutela della sicurezza nazionale non rivestono solo un interesse giuridico. In attesa di nuove norme che costituiscano un sistema più sicuro e affidabile, nell'ambito di autorizzazioni e controlli certi ed efficaci, resta l'esigenza di garantire il quadro normativo vigente nel senso di tutelare l'intelligence nel perseguimento dei propri fini istituzionali. Le argomentazioni della Corte, in tal senso, vanno al di là del singolo caso oggetto d'esame e assumono assoluto rilievo, testimoniato dall'interesse della dottrina, già intervenuta con prime riflessioni critiche, di cui si dà conto nella Parte V con riferimento all'
articolo di G. Riccio e G. De Stefano, pubblicato su "Politica del Diritto".
La parte relativa ai Servizi di informazione e sicurezza degli altri Paesi è dedicata in questo numero alla
Repubblica del Sud Africa, primo tra i paesi africani ad avere uno spazio nella Rivista. Un'interessante apertura su un modello "anglosassone" applicato ad una realtà certamente diversa dai tradizionali scenari cui siamo abituati.
Vengono, inoltre, nuovamente segnalati nella parte delle recensioni taluni libri editi all'estero, con l'obiettivo di dare alla Rivista una prospettiva di più ampio respiro (
C.A. Bayly "Empire & information. Intelligence gathering and social communication in India, 1780-1870";
M. Herman "Intelligence power in peace and war").
Viene infine pubblicata, nella sezione dedicata alle curiosità storiche, una parte dell'interessante testo di
A.D. Rogers "Rapporto sullo spionaggio dal 2500 a.C. a oggi", che, nel proseguire la rassegna di avvenimenti letterari poco noti riguardanti lo spionaggio, costituisce una conferma del ruolo storicamente svolto dal mondo dell"informazione" nell'evoluzione delle realtà storiche, nello svolgimento degli avvenimenti, nella formazione degli Stati.